mercoledì 21 dicembre 2011

Chi mandiamo a prendere Calderoli?

Da Repubblica.it:
"La manovra - dice l'ex ministro leghista - non è procedibile perchè è figlia di un governo illegittimo non eletto dai cittadini. Il ragionier Monti  non è stato eletto mai nemmeno in una assemblea condominiale e la sua manovra è razzista verso il Nord perché discrimina la Padania". Poi l'attacco diretto al premier: "Dia le dimissioni, perchè diversamente ci sarà tanta gente, operai, pensionati, piccoli imprenditori, che la verranno a prendere a casa"

Io credo sia il caso di mandare gli infermieri a prendere a casa Calderoli. O magari direttamente i carabinieri, così guadagnamo un po' di tempo, che tanto questa sarà la fine che farà.

domenica 11 dicembre 2011

L'ICI e le sue esenzioni

In questi giorni in cui gli egoismi individuali e di gruppo dominano la discussione politica, in cui si discute più di cosiddetti diritti acquisiti che di banali criteri di equità, perchè l'equità è da anni che non è più una parola d'ordine, il problema dell'Ici e delle sue esenzioni fa la parte del leone.
Questo è dovuto sicuramente al fatto che è sulla reintroduzione dell'ICI sulla prima casa, sulla automatica e "cieca" rivalutazione fittizia delle rendite catastali (ma non per tutti), che si regge buona parte della "manovra Monti", ma è anche dovuto all'esistenza di esenzioni preesistenti della cui legittimità, di fronte alle nuove e pesanti richieste, si incomincia a porsi delle domande.
La discussione è complessa ed intricata, ma che le esenzioni siano andate fin troppo spesso ben oltre la legittimità lo dice l'ammissione stessa delle alte cariche ecclesiastiche, che si dichiarano disposte a verificare l'esistenza di abusi.
Il problema è che non si sta parlando di abusi, ma di leggi non corrette, e di interpretazioni fin troppo favorevoli delle stesse. Se qualche ente ecclesiastico ha violato la legge esistente, deve solo essere punito pesantemente, senza alcuna attenuante, ma questo dovrebbe essere la normalità, il necessario rispetto della legge e la punizione della sua violazione.
In realtà stiamo parlando di ben altro, di una interpretazione "benevola" dell'interesse sociale, per cui lo Stato rinuncia ad un suo diritto in cambio di un beneficio, che è, o meglio dovrebbe essere, un'attività di interesse generale.
Ma qui io ho un dubbio fondamentale.
Cosa ha a che fare una proprietà immobiliare con l'uso che ne viene fatto?
Normalmente niente, tranne per le tante esenzioni ICI.
Se un'istituzione vuole svolgere un servizio alla società, mi sembra corretto che questa attività possa avere delle speciali condizioni fiscali, delle agevolazioni in considerazione della natura sociale dell'attività stessa.
Se la suddetta istituzione possiede degli immobili, li usi o meno per la sua attività, con l'attività stessa non hanno alcun legame diretto, e credo che, qualunque sia l'istituzione in oggetto, ecclesiastica, statale o privata, sulla proprietà debba in ogni caso pagare le tasse di proprietà. L'attività di interesse sociale la potrebbe sempre svolgere anche se non avesse la proprietà, ma semplicemente il diritto di uso, un affitto nominale, senza alcun valore che si rivaluta, senza la possibilità di vendere e acquisire capitale. Diritti che si pagano con le tasse sulle proprietà, come l'ICI. Quindi io credo che ogni proprietà debba pagare le relative tasse, e magari rinunciare alla proprietà stessa in cambio di un diritto d'uso, limitato all'uso effettivo e alle condizioni concordate, se si ritenesse troppo onerosa la tassa di proprietà.
Detto in altri termini più terra terra: se non vi va bene di pagare le tasse su quello che possedete, ridatecelo indietro, che poi vedremo come venire incontro alle esigenze delle vostre attività sociali, almeno fino a quando continuerete a svolgerle.
E questo deve valere per ogni istituzione, laica o ecclesiastica che sia.

martedì 6 dicembre 2011

Come usare seriamente l'8 per mille, e ridurre i privilegi della gerarchia cattolica

Quando si arriva in vicinanza della presentazione della dichiarazione dei redditi, e quindi della relativa scheda per l'attribuzione dell'8 per mille, tutti i media, nessuno escluso, si riempiono di spot pubblicitari della Chiesa Cattolica che invita a scegliere la stessa come destinataria del suddetto obolo. Ovviamente vengono usati i più biechi strumenti propagandistici, si presentano immagini di bambini affamati, di barboni senza dimora, sottintendendo, e spesso dichiarandolo esplicitamente, che l'obolo così acquisito verrebbe ovviamente usato per quegli interventi caritatevoli.
Tacendo invece, anche se è molto subdolamente presente nelle dichiarazioni generali, che la gran parte dell'8 per mille dedicato alla Chiesa Cattolica è in realtà devoluto al "sostentamento del clero", cioè a mantenere preti, suore ed affini, compresi quelli che svolgono lavoro redditizio per le organizzazioni ecclesiastiche, ma il cui salario non è pagato da chi ne riceve il beneficio, ma dai cittadini italiani.
Come contrastare questa rapina senza dover muovere guerra alla Chiesa Cattolica?
Semplicemente facendo fare allo Stato Italiano la stessa semplice cosa che fa la Chiesa Cattolica, per cui non potrebbe lamentarsi troppo (che si lamenterebbe è fin troppo ovvio): una adeguata pubblicità sugli obiettivi sociali della quota dell'8 per mille delegata allo Stato.
Ovviamente non si deve dire che quella somma verrà usata per ripagare i deviti del comune di Catania, nè che verrà usata per comperare dagli Stati Uniti dei bombardieri di ultima generazione, o cose simili. Basterebbe però dire che con quelle somme si potrebbe aumentare l'incidizzazione delle pensioni, bloccata quasi completamente dall'ultima "manovra" taglia soldi, e quindi evitare di rendere esplicito per legge che i pensionati devono vivere con sempre meno risorse, ogni anno che passa.
Oppure, o anche in parallelo, si può dire che quei soldi verrebbero usati per rendere meno ridicolo l'assegno di disuccupazione, portandolo un poco più vicino a quello dato da paesi "spreconi" come Germania o Francia.
Credo che di fronte ad una seria propaganda basata su questi temi, l'inerzia del singolo che di fronte alla scelta si lascia condizionare dal "buonismo" solo a parole della Chiesa Cattolica potrebbe cambiare seriamente direzione.
Ma siamo sicuri che anche di fronte all'emergenza economica che stiamo vivendo, alla drammatica carenza di risorse per interventi vitali, lo Stato, questo Stato, avrebbe la forza di fare una vera concorrenza alla Chiesa Cattolica, nonostante l'evidente abuso che la stessa fa di queste risorse?