giovedì 8 gennaio 2015

Un nuovo Abercrombie, ma non completamente soddisfacente

Ancora una volta ho trascurato questo blog più del necessario, e sono rimasto indietro sia nella presentazione delle mie letture che nel mio lavoro di "panettiere per caso".
Ma questo credo sia il destino di questo blog e di tanti altri che gli somigliano: sono ormai rottami fuori dal tempo.
Poiché però rimangono indicizzati, e per questa ragione sono ancora letti da qualcuno, quando posso cerco di aggiornarlo.
Oggi vi presento la mia ultima lettura nel campo fantasy. È un vecchio amico di cui ho enormemente apprezzato la trilogia de The First Law, che ho letto in versione originale perché all'epoca non esisteva una edizione tradotta in italiano.
Questo è il quarto (o il quinto, dipende da cosa si considera venire prima) romanzo ambientato nel mondo della trilogia originale. L'ho letto nella traduzione italiana e mi è piaciuta molto meno dei precedenti. Questo giudizio non dipende significativamente dalla traduzione che, anche se io avrei cambiato un poco i termini, è sostanzialmente corretta e praticamente ininfluente per il mio giudizio. A me sembra che Abercrombie abbia scritto questo romanzo per lo meno di malavoglia, o magari in mancanza di un vero stimolo di raccontare una storia che ti viene fuori anche contro la tua volontà. È leggibile con piacere, ma qua e là qualcosa stride anche molto. Vedremo con le sue prossime opere se si è trattato di un incidente di percorso o se Abercrombie ha dato tutto quello che poteva dare...