giovedì 25 settembre 2014

Grissini stirati

Ormai ho preso molto gusto a fare dei grissini stirati (alla piemontese) con aromatizzazioni forti. Sono veloci e facili da fare, e sono degli ottimi snack da servire come aperitivo, infinitamente più salubri dei prodotti commerciali. Delle varie prove fatte, due sono le ricette che ho considerato degne di essere pubblicate. Con lo stesso impasto base, semintegrale, ma con diversi aromi.

Grissini al peperoncino

Il nome dice tutto, nell'impasto è aggiunta della polvere di peperoncino di caienna. Il risultato non è fortissimo, ma indubbiamente quando si arriva alla fine del grissino, il peperoncino si sente.













Grissini allo Zafferano e al Pepe Nero

Sapore molto particolare dato dallo zafferano che si accompagna molto bene con la forza del pepe macinato grosso. In queste proporzioni il pepe risulta decisamente forte, per cui chi è particolarmente sensibile potrebbe ridurne la quantità. Con questa ricetta ho anche ottimizzato la temperatura di cottura, e ho usato solo teglie di alluminio, che sono decisamente meglio di quelle di ferro per i grissini (che sono invece insuperabili per pizza e focaccia)

martedì 23 settembre 2014

E nel frattempo per il pane...

In questo periodo di mio abbandono sostanziale di questo blog, ci sono state delle novità anche nella mia attività di Panettiere per Caso.
Non tanto nelle ricette del pane, quanto nella tecnologia della sua produzione. La più importante è senza dubbio il cambio del forno. Il mio vecchio forno a gas incominciava ad avere dei problemi, ed inoltre un forno a gas di 90 cm di larghezza con un unico bruciatore centrale dava una grossa disuniformità di temperatura che la pietra refrattaria riusciva a compensare a fatica. Sono quindi passato ad un forno elettrico, un normalissimo forno elettrico casalingo da incasso. Solo che di prodotti di prezzo accessibile da 90 cm ce ne sono solo due, e solo uno con caratteristiche adeguate a quello che cercavo. Probabilmente per evitare di richiedere una potenza istallata eccessiva, il forno è di 90 cm solo esternamente, mentre l'interno è decisamente ridotto, risultando solo poco più grande di uno da 60 cm. Questo aspetto e il fatto che la temperatura massima è di 250 ºC mi pone delle limitazioni, ma il vantaggio di avere calore da sopra e da sotto e la ventilazione, quando serve, compensano ampiamente. Vedremo poi i risultati.
L'altra innovazione, molto più modesta economicamente, è l'uso dei banneton per la lievitazione finale. I banneton sono quelle specie di ciotole che vedete in foto, e io mi sono procurato, direttamente dalla Germania con acquisto on-line, questa versione di polpa di legno. Li ho presi delle dimensioni adatte ai miei formati e qualcuno più grande per filoni e pagnotte di dimensioni maggiorate. Non rivoluzionano la mia produzione di pane, ma sono molto utili.


venerdì 19 settembre 2014

L1L0, un bel racconto e un'occasione per delle considerazioni

Ho letto questo bel racconto Steampunk, pubblicazione gratuita della Antonio Tombolini Editore nella collana Vaporteppa (che è l'italianizzazione steampunk del termine Steampunk). Ne ho parlato nella mia rubrica cosaleggo, ma qui voglio ampliare le considerazioni che la vicenda di quel racconto mi aveva portato a fare e che avevo già espresso brevemente e magari anche un poco polemicamente in quel commento.
Come avevo detto, questo racconto era stato presentato per un concorso indetto da Il Duca di Baionette sul suo blog, ed era anche risultato vincitore. Diverse vicissitudini avevano impedito la pubblicazione dei racconti ritenuti adatti dopo una loro revisione. Marco Carrara, che è Il Duca di Baionette, è ora diventato il curatore della collana Vaporteppa, e alcuni di quei racconti, dopo profonda revisione, sono stati pubblicati, o lo saranno a breve, in questa collana.
Io ho letto L1L0 sia nella versione originale che in quella attuale, e posso dire che il lavoro di editing che Marco Carrara ha fatto è stato davvero efficace, e ora il racconto non sfigurerebbe nemmeno su riviste anglosassoni. È un racconto leggero e divertente, ma ora è scritto davvero bene, si legge senza alcun intoppo e scorre piacevole sino alla fine.
L'editing, questo è il problema che tutti gli autopubblicati hanno, nessuno escluso, come ho spesso sottolineato nel commento alle diverse opere di cui ho parlato. Per qualcuno il problema è grave ed avrebbero bisogno di un editing molto profondo, che coinvolga anche la gestione della storia, e non solo gli aspetti formali, per altri si tratterebbe solo di smussare ruvidezze, piccoli errori ma irritanti per il lettore, in ogni caso al momento non ho ancora incontrato un'opera autopubblica che non godrebbe di un buon miglioramento da un editing adeguato.
Questo perché quasi sempre, e nei casi migliori, quello che viene definito "editing" si limita alla lettura critica da parte di uno o più amici, che però non hanno la necessaria contrapposizione di interessi da poter davvero imporre le correzioni eventualmente ritenute necessarie, ammesso pure che abbiano le capacità di riconoscerle. Se sono anche loro degli scrittori autoprodotti o aspiranti tali, la possibilità che soffrano degli stessi limiti di giudizio degli autori di cui dovrebbero fare editing è estremamente alta.
Un secondo elemento che mi colpisce, e questa volta anche un po' personalmente, è il fatto che la maggioranza di questi "scrittori" non ama molto le critiche alla loro tecnica narrativa, anche quando ben documentata, arrivando a ritenere che l'unico compito di un lettore sia di dire se la lettura gli è piaciuta o meno, ovviamente senza capire il perché. Che a sostenere questa bestialità siano anche autori che stimo, di cui compero e leggo le opere, mi irrita ancora di più, e mi fa pensare che sia una autodifesa preventiva alla loro vera incapacità di gestire professionalmente la scrittura, perché io ritengo sia non solo diritto, ma addirittura dovere di un lettore il capire perché, per quali ragioni, nella struttura e nella trama di una narrazione, la narrazione stessa gli piace o non gli piace.
Ritengo quindi importante far notare come Marco Carrara, il Duca di Baionette, abbia sempre espresso molto chiaramente, con fermezza e anche molto folclore, le sue idee su come debba essere strutturata una narrazione di genere, e per questo è ritenuto uno dei peggiori talebani delle cosiddette regole, che poi regole non sono ma solo consigli basati sull'esperienza e il buon senso e ampiamente diffusi nel mondo anglosassone, dove sono date per scontate. Ma è proprio Marco Carrara, il talebano, che ha migliorato in modo significativo il racconto L1L0 con il suo lavoro di editing insieme all'autore, a dimostrazione che certe regole, se applicate con la consapevolezza del loro significato generale, portano davvero ad un prodotto migliore, e se i lettori diventano più consapevoli del perché molti dei romanzi che gli vengono proposti sono delle vere schifezze, il mondo inflazionato degli aspiranti scrittori italiani non ne potrà che avere un grosso vantaggio.

lunedì 15 settembre 2014

Per smaltire gli arretrati

La quantità di romanzi e racconti letti questa estate è stata davvero imponente, e le liste di attesa per la pubblicazione dei miei commenti nelle mie rubriche si era allungata.
Ma se per i consigli di lettura devo rispettare la cadenza mensile, per cosaleggo invece sono libero da vincoli temporali. Conta solo la mia capacità di scrivere i commenti ed impaginarli con le relative foto e quarte di copertina, e ora sono in pari.
Metto allora qui dei brevi richiami e rispettivi link per le ultime aggiunte a quella rubrica.


The Ghost Brigades, di John Scalzi

Questo romanzo meriterebbe a pieno titolo di comparire nei consigli di lettura, con un giudizio definitivamente positivo, ma l'ingolfamento di questo periodo e l'essere un volume intermedio di una serie lo ha relegato qui.
È il seguito di Morire per Vivere, romanzo che pur richiamandosi esplicitamente a Heinlein, ha rappresentato una novità felice nel panorama SF americano. Questo secondo episodio continua l'aspetto di avventura militare ma porta in evidenza anche problemi più profondi.






Il Battesimo del Fuoco, di Andrzej Saprowski

Quinto volume delle vicende di Geralt di Rivia ma solo terzo della saga The Witcher, perché i primi due erano raccolte di racconti che introducevano il personaggio e l'ambientazione.
Anche in questo caso non posso che confermare la mia impressione sostanzialmente negativa specialmente per lo stile narrativo di Saprowski, ma anche per lo sviluppo della storia

venerdì 12 settembre 2014

Riapre "cosaleggo"

Ho trascurato questo blog fin troppo, al limite dell'abbandono definitivo. Approfitto del fatto di avere ricominciato a scrivere nella mia rubrica "cosaleggo" per ricominciare a postare qualche cosa, e vedere se riesco anche a continuare.
Chi mi ha letto in passato potrebbe sapere che da più di dieci anni mantengo due rubriche in cui parlo di romanzi di fantascienza e fantasy sul mio sito web. Una è una rubrica mensile di consigli di lettura, la seconda un semplice posto dove parlo di quello che ho letto e che non credo possa andare come consiglio di lettura, vuoi perché non di qualità accettabile, vuoi perché volumi intermedi di lunghe serie di cui normalmente consiglio il primo e poi concludo il commento con l'ultimo, o anche perché lettura capitata fuori tempo. Qualche mese fa mi ero trovato in difficoltà a mantenere il ritmo mensile che mi ero imposto per i miei consigli, per cui avevo deciso di chiudere cosaleggo e trasferire alla rubrica principale anche il compito di criticare qualche romanzo e di parlare anche dei volumi intermedi, avendo così più materiale e potendo mantenere la cadenza autoimposta.
Questo cambiamento è andato avanti per diversi mesi, ma questa estate per la concomitanza di diversi fattori, non ultimo l'arrivo di un nuovo lettore Kobo Aura HD veramente ottimo, sono riuscito a leggere moltissimo e, approfittando di alcune offerte estive, ho anche una lista di attesa di romanzi in edizione italiana piuttosto cospicua. Leggere in italiano mi risulta sicuramente molto più veloce, ma era da tempo che avevo difficoltà a trovare nuove proposte di qualità. Di qualche novità editoriale attuale ne parleremo a breve, se, come spero, riuscirò a continuare questa serie di post.
Per farla breve, i miei consigli del mese sono già pronti fino a febbraio 2015, e per molti altri libri che ho letto non vi era assolutamente spazio. Per cui ho deciso di riaprire anche la rubrica "cosaleggo" che ha ormai la sua lista di attesa per la pubblicazione.
Poiché su questo blog sono rimasto piuttosto indietro, cerco di recuperare presentando le ultime tre uscite di questa rubrica con poche parole di presentazione e rimandando alla rubrica per qualche cosa in più.

Capitan Low, di Diego Bortolozzo

A differenza di molte opere autoprodotte, che si limitano alle dimensioni di un racconto, più o meno lungo, questo è un vero romanzo, scritto da un autore attivo nel mondo editoriale. Purtroppo mi ha molto deluso, per l'ingenuità dello stile narrativo, delle situazioni rappresentate, e per la difficoltà di dare spessore ai personaggi. Un romanzo di pirati alla Salgari con astronavi al posto dei prahos ma con comportamenti assolutamente identici, e senza un minimo di ironia.



Il Re dei Fulmini, di Mark Lawrence

The King of Thorns, in cui le spine diventano fulmini per il titolista italiano, perdendo uno dei legami forti con l'avvenimento che determina l'intera psicologia del personaggio principale.
Rispetto al primo romanzo della serie, c'è meno violenza gratuita, anche nel linguaggio, ma lo stile narrativo di Lawrence continua a non piacermi, e la storia non riesce ad assumere toni coinvolgenti. Non faccio fatica a riconoscere che può avere degli estimatori, ma devono essere di bocca buona su molti aspetti e sopportare pagine su pagine di introspezioni, rimorsi vari e ricordi di ricordi.



Maciste contro Freud, di Alessandro Girola

Di Girola avevo già presentato il suo I Mech di Napoleone III, e avevo detto che è uno dei pochi, al momento, autori autopubblica che ritengo meriti di essere letto. Questo racconto, Maciste contro Freud, è il primo di una serie che vede l'Eroe Mitico attraversare il Tempo per intervenire in varie storie umane su ordine degli dei. E' il primo e deve necessariamente introdurre il personaggio e l'ambientazione, lasciando poco spazio per una storia complessa. Il racconto si legge bene e scorre con pochi problemi, a parte una certa mia avversione per la tendenza di Girola ad usare uno stile ampolloso simil-antico in certe situazioni, ma il contenuto non è particolarmente ricco, e c'è da sperare di meglio per gli episodi successivi.