giovedì 24 maggio 2012

Panini al Kamut e Segale Integrale

Questo mio ultimo prodotto del mio hobby panificatorio mi ha soddisfatto veramente molto. Ho voluto sperimentare alcune variazioni con lobiettivo di ottenere un pane ad alta idratazione che presentasse una alveolatura ampia e un buon sviluppo verticale. Per questo ho provato la tecnica dell'autolisi di parte delle farine dell'impasto finale, e di var lievitare i panini a testa in giù in ciotole di dimensioni adatte, in modo che la naturale morbidezza dell'impasto, per l'alta idratazione, non "spanciasse" troppo i panini durante questa fase critica.
Ecco l'immagine del risultato finale


Qui l'intera ricetta fotografata passo-passo.

martedì 15 maggio 2012

Giornalismo e Stupidaggini, sono davvero indivisibili?

Da Repubblica.it

Un generico articolo che riporta la notizia dell'ennesimo avviso di indagine inviata ad un componente del Governo. Questa volta ad un componente tecnico, il Sottosegratario Zoppini, e per un classico reato del mondo degli esperti in relazioni internazionali, fiscalisti o avvocati che siano: aiuto all'evasione fiscale. Un reato abbastanza difficile da dimostrare, ma facilmente intuibile come realistico.
Ma non è questo che mi importa qui, oltretutto l'Onorevole Zoppini ha dichiarato la sua intenzione di dimettersi dall'incarico governativo per meglio difendersi. E questo va a suo merito.
Il mio problema è invece un altro che con Zoppini e il suo presunto reato non c'entra nulla.
Alla fine dell'articolo, compare la seguente pregnante dichiarazione:

Romano, 47 anni, Zoppini è ritenuto un tecnico di primissimo livello. Come Vittorio Grilli, viceministro dell'Economia, anche Zoppini viene dal prestigioso IIt-Istituto Italiano di Tecnologia, la punta più avanzata della ricerca made in Italy. 

Ora, l'Istituto Italiano di Tecnologia esiste da meno di cinque anni, per cui nessuno che non sia un neolaureato può provenire dallo stesso. Che poi sia  la punta più avanzata della ricerca made in Italy è un'affermazione di totale leccaculaggine, dato che nulla di minimamente importante è ancora uscito da quell'istituto che, seppur basato su argomenti di ricerca di interesse reale, spicca più che altro per la totale mancanza di trasparenza nelle scelte degli argomenti stessi ma sopratutto per la selezione degli istituti esterni beneficiari dei suoi fondi.
Quello che a Grilli e Zoppini può essere dato atto è di aver creato in modo clientelare e senza trasparenza alcuna un istituto iperfinanziato dichiarato di principio un Istituto di Eccellenza, mentre normalmente l'eccellenza si conquista con i risultati ottenuti. Non ho alcun dubbio che i risultati alla fine ci saranno, visti i finanziamenti coinvolti, ma non sono così sicuro che non se ne sarebbero potuti ottenere di più e con meno costi in un modo più democratico.
In ogni caso il giornalista che ha scritto quell'articolo o non ha la più pallida idea di quello su cui ha scritto, o è già stato coinvolto nell'ambiente.

giovedì 10 maggio 2012

Berlusconi riformista: "senza interventi, costretti a trattare con Grillo e Casini"

Da CorrieredellaSera.it

e trattare con Grillo è semplice, come con Pannella...
è solo questione di soldi...

Ma il self-publishing travolgerà l'Editoria tradizionale?

Da CorrieredelleSera.it


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Si parla sempre più di ebook, ma sembra che la battaglia tra la vecchia e la nuova editoria si giochi su un’altra questione cruciale: il cosiddetto self-publishing. Perché il meccanismo digitale che conduce all’autopubblicazione è fondato davvero su una mentalità nuova rispetto a quella tradizionale. 
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Non è questo, però, l’aspetto principale del self-publishing secondo Ferrario. «Il vantaggio maggiore è per gli autori già affermati che vendono centinaia di migliaia o milioni di copie: mentre Random House pubblica il loro libro tra i 4 e gli 8mesi dopo la consegna e offre il 15 per cento su ogni copia venduta, Amazon assicura l’uscita immediata e garantisce all’autore il 70 per cento di diritti». Certo, converrebbe a chiunque, anche se il prezzo di copertina online è inferiore a quello della libreria. 

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Piccioli: Penso infatti che il ruolo dell’editore, anche di quello più cinicamente commerciale, sia ancora insostituibile. Non solo per la responsabilità della scelta, che oggi, nella tarda modernità diffidente dei grandi progetti, non è mai solo culturale, inutile fare i bovaristi culturali: ogni scelta editoriale è frutto di un compromesso fra conto economico, condizione del mercato, esigenze commerciali. Però l’editore è un collaboratore dell’autore, lo sostiene, spesso anche psicologicamente, lo consiglia, gli propone temi o correzioni di sviluppi narrativi. Basta pensare, per citare una persona che tutti rimpiangiamo, a Grazia Cherchi: ancor oggi molti noti scrittori la ricordano con riconoscenza. Il self-publishing nasce anche, credo, sull’onda di una leggenda, che cioè gli editori scelgano in base a raccomandazioni, camarille, pressioni varie di cerchie intellettuali chiuse e impenetrabili. È la classica reazione di chi si sente rifiutato, non accetta la propria mediocrità e vive il rifiuto come un affronto. Ma gli editori ricevono centinaia dimanoscritti illeggibili. Poi magari sbagliano nelle scelte, però davvero niente che minimamente meriti resta impubblicato. Personalmente ho rifiutato libri che poi, magari a distanza di qualche anno, ho visto uscire da altri editori (ma non per questo ho rimpianto la decisione). 

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Ferrari: «Io, alla fine, a dire la verità, non so fino a che punto il self-publishing avrà un grande sviluppo e potrà diventare un modello. Quel che più mi preoccupa è la divaricazione molto forte tra la produzione editoriale molto bassa, che ha un pubblico sempre più vasto, e la produzione media o alta che ha difficoltà sempre maggiori e pochissimo spazio nei punti vendita e nei processi di comunicazione. È possibile che il self-publishing finisca per alimentare ancora di più la parte bassa». ........

Questo è un tema caldo, o forse addirittura infuocato, dato che riguarda la vera sopravvivenza degli editori di libri ma anche dell'intera catena di distribuzione e vendita, fino alle librerie, che ne dipendono direttamente. Ed è anche un tema complesso, che non si può certo risolvere con qualche slogan, come purtroppo tende a fare l'articolo di cui ho riportato pochi stralci.
Fare un discorso completo richiederebbe tempo e spazio, che ora non ho, per cui mi limito a poche annotazioni, rimandando a data da destinarsi, se ne troverò il tempo,  l'analisi dettagliata.
La prima osservazione che devo fare è su quella che nell'opinione di Piccioli è una leggenda: che cioè gli editori scelgano in base a raccomandazioni, camarille, pressioni varie di cerchie intellettuali chiuse e impenetrabili. Guardando quello che pubblicano, ma sopratutto quello che pubblicizzano con quello che è il loro vero potere e la loro vera forza d'urto, sembra invece un dato di fatto.
Non è quindi tanto l'autopubblicazione o il formato in cui avviene, se come Print on Demand o come ebook, ma è la perdita di funzione selettiva dell'editore classico che è la questione in gioco. E poichè l'analisi oggettiva di quello che è di fatto il risultato del loro ruolo dice che non si tratta più di una selezione qualitativa, ma è ormai per la più larga parte una selezione di marketing,  che non richiedendo qualità si presta più facilmente ad operazioni clientelari, la loro funzione risulta oggettivamente inutile se non dannosa.
Tra l'altro, per evitare di dare spazio a chi si richiama al libero mercato e alle sue richieste, c'è da far notare che la limitatezza del numero di romanzi stampabili, ma sopratutto i monopoli della distribuzione e della gestione degli spazi fisici nelle librerie, fanno sì che le scelte editoriali di fatto formino il mercato e ne condizionino pesantemente le sue scelte.
E' il cane che come sempre finisce per mordersi la coda.
Quindi tutte le lamentele da parte degli editori e dei loro portaborse, nonchè supporter prezzolati come sono gli Autori Pubblicati, lasciano il tempo che trovano. Se gli editori non reinventano un loro ruolo effettivo e di utilità per gli utenti finali, è giusto che scompaiano.
Sugli ebook, la carta stampate e nuovamente il ruolo degli editori spero di ritornare a parlarne abbastanza presto.

martedì 8 maggio 2012

Un sentito ringraziamento a Beppe Grillo, alla luce delle recenti elezioni

Grazie Grillo per aver evitato che il più becero populismo morisse con Berlusconi...
Grazie per aver reso il populismo veramente super partes, dato che tu e tutti i tuoi slogan principali siete decisamente di destra, mentre buona parte dei tuoi fanatici seguaci pensa di essere di sinistra...
Grazie per il contributo essenziale ad evitare che l'italia corra il rischio di diventare un paese normale...
Grazie per tutto e a buon rendere...

lunedì 7 maggio 2012

Elezioni. Boom di 5 Stelle. Crollo della Lega Nord

Da Repubblica.it

Si vede che non avendo più il coraggio di votare per il Trota, hanno votato per il Grillo.
Continuano a votare delle bestie, però...

venerdì 4 maggio 2012

Giornata Internazionale contro i DRM




Cosa sono i DRM? Perchè dovreste protestare in favore della loro eliminazione?
Se non siete un fruitore di musica in formato MP3, acquistabile in rete, o lettore di ebooks, cioè di libri in formato digitale, leggibili sugli appositi lettori e/o su PC, Tablet come iPad o anche, come ho spesso fatto io, su iPhone, probabilmente non capirete le ragioni di questa protesta. Per non perdere troppo tempo a descrivere le sue ragioni vi linko un sito dove queste ragioni vengono spiegate in modo elementare, anche se era prima che il problema colpisse anche i libri, che ancora non c'erano. Qui invece un posto più recente, dove si fa propaganda per questo evento.
Il problema degli ebooks, del loro prezzo eccessivo, delle limitazioni anticostituzionali che i DRM pongono, merita sicuramente un approfondimento specifico, e prometto di farlo nel prossimo futuro.
Nel frattempo, datemi un po' di fiducia e protestate ad alta voce contro questo abuso.