mercoledì 1 febbraio 2012

Brandon Sanderson: The Alloy of Law

Questo è il Consiglio di Lettura del mese per Febbraio 2012 che ho appena pubblicato sul mio sito web:

Dopo aver iniziato solo il mese scorso a presentare e a consigliare dei romanzi in lingua originale non (ancora ?) tradotti in italiano con The Return of the Crimson Guard di Esslemont, non credevo di ripetermi subito nel mese successivo, convinto che questo tipo di proposta di lettura dovesse avvenire a scadenze piuttosto allungate. Ma mi è capitato di leggere questo The Alloy of Law, di Brandon Sanderson, e non ho saputo resistere all'impulso di presentarlo subito.
Sanderson sembra uno scrittore molto prolifico, e che spero riesca a mantenere la qualità delle sue prime opere anche nelle tante successive che ha intenzione di portare avanti. Dopo aver completato la trilogia dei Mistborn, ha accettato di completare la saga de La Ruota del Tempo di Jordan lasciata incompiuta per la morte dell'autore e che ha comportato la scrittura di tre poderosi volumi. Ha incominciato una nuova saga fantasy prevista in dieci volumi di cui il primo La Via dei Re (The Way of Kings) è già stato pubblicato in Italia, un mattone di più di 1000 pagine a 30 €. Ha inoltre dichiarato che la saga dei Mistborn sarebbe stata composta da tre triologie. Sicuramente Sanderson scrive con facilità e con un ritmo frenetico, ma in ogni caso il programma che si è posto è veramente strabiliante.
Questo The Alloy of Law è apparentemente, e anche secondo le dichiarazioni di Sanderson stesso, una deviazione dalla struttura centrale delle triologie previste, un poco fine a se stessa, se non fosse che il finale è così aperto da far capire che Sanderson si è riservato la possibilità di sviluppare a piacere anche questa linea narrativa, forse in un delirio di omnipotentia narranti.
Siamo in un mondo, Scadial, trecento anni dopo gli avvenimenti della Saga dei Mistborn, che sta scoprendo lentamente la tecnologia basata sulla fisica tradizionale, e in cui le capacità allomantiche e feruchemiche sono ancora presenti in alcuni individui, ma con molta meno frequenza e in modo ridotto. Non ci sono più Mistborn, i quasi leggendari individui capaci di sfruttare i poteri di tutti e sedici i metalli ed i loro composti. Ora poche persone posseggono la capacità di sfruttarne al massimo uno, ed ancora meno sono capaci di accoppiare le potenzialità allomantiche e quelle feruchemiche dello stesso metallo. Mentre la città di Elendel si sviluppa sempre più sfruttando le nuove conquiste della tecnologia, nei territori periferici, in cui la penetrazione umana sta lentamente ricominciando, nasce una società selvaggia e dalle regole spicce, come nel classico west americano. Waxillium Ladrian, diventato un famoso sceriffo dopo il suo volontario abbandono dei lussi di Elendel, è costretto a tornare in città per cercare di gestire le non buone condizioni economiche della sua casata, lasciata in difficoltà dalla morte dello zio che ne era a capo. Il conflitto interiore tra l'aspirazione ad una vita libera anche se pericolosa, ma con il pieno sfruttamento delle sue capacità allomantiche e feruchemiche basate sull'acciaio, con la capacità di spingere e di aumentare o diminuire il proprio peso usando gli anelli feruchemici come riserva, e la noiosa vita di un nobile, con i doveri di rappresentanza e la necessità di sapersi muovere nella guerra politica sempre presente ed attiva nella grande città di Elendel, è la base della rappresentazione del personaggio principale. Per di più angosciato dall'aver incidentalmente ucciso la propria amante nel tentativo di colpire un criminale che se ne faceva scudo. L'apparizione di una gang che riesce a rubare carichi preziosi senza lasciare alcuna traccia e senza che sia possibile capire come il furto avvenga è l'occasione per Waxillium di tornare ad utilizzare le proprie capacità.
Come sempre nei romanzi di Sanderson le scene di azione sono descritte con grande efficacia, e la trama è sempre tenuta sotto stretto controllo, in modo che i tantissimi fili tornino sempre a riannodarsi alla fine. L'enigma della tecnica del furto è tenuto abbastanza nascosto, anche se poi non si rivela essere niente di speciale, con qualche problema tecnico che viene di fatto ignorato. I personaggi sono molto ben descritti, e i dialoghi sono spesso brillanti. Devo però ripetere una critica già fatta al volume iniziale dei Mistborn: Sanderson non sta scrivendo un racconto per ragazzi e nemmeno per young adults, ma lo stile di scrittura è invece come se lo fosse. Se capisse che sta scrivendo per adulti, ed adeguasse quindi il linguaggio e le scelte delle scene da presentare, farebbe, secondo me, un grande salto di qualità.
In ogni caso è un romanzo che si legge con piacere, anche se lascia di fatto la vicenda del tutto aperta. E' una capacità di Sanderson, già notata nel primo volume dei Mistborn, di concludere di fatto una vicenda senza aver concluso per niente l'intera storia. Il lettore rimane tutto sommato soddisfatto che le linee del racconto più immediate trovino la loro conclusione, anche se si tratta, più in generale, di una conclusione solo parziale, con la vera storia ancora da capire.
Nel caso dei Mistborn alla fine si conclude tutto, mentre in questo caso rimangono molti dubbi che troveranno soluzione solo se Sanderson troverà il tempo per portare anche questa vicenda alla sua totale conclusione.

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