lunedì 6 febbraio 2012

Cronaca di un’emergenza annunciata, ma del tutto evitabile


Venerdi 3 febbraio 2012 ha nevicato anche a Roma, cosa che succede raramente. Era un evento previsto da una settimana, e l’unica differenza rispetto alle previsioni è stata che invece di incominciare nel tardo pomeriggio, la nevicata è iniziata nella tarda mattinata, con la neve che si è fermata quasi subito al suolo anche grazie alle temperature piuttosto basse. All’ora di pranzo venivano giù fiocchi che sembravano delle piccole pizze, e le strade si sono innevate rapidamente. 

Nel pomeriggio la nevicata è continuata in modo molto più discreto, ma l’accumulo a terra è continuato, ed il traffico è impazzito per diverse ragioni: il ritorno a casa dal lavoro di chi era venuto a Roma in macchina era reso molto più difficile dai diversi centrimetri di neve sulle strade. Gli autobus sono rapidamente spariti dalla circolazione, tranne uno sparutissimo numero munito di catene o pneumatici adatti, mentre i tram hanno continuato solo fino al pomeriggio inoltrato e poi sono definitivamente scomparsi. I taxi sono velocemente diminuiti di numero, via via che la loro necessità aumentava. Mentre ai bordi della città avveniva il caos ampiamente descritto dalle cronache giornalistiche, con auto bloccate sul raccordo anulare e treni fermi nel nulla ghiacciato, il venerdi dentro la città si è concluso semplicemente con code interminabili di macchine in lentissimo movimento, con microtamponamenti a ripetizione (data la famosa abilità dell’automobilista medio romano a guidare sulla neve), e con pedoni disperati perché senza alcuna possibilità di trovare un mezzo pubblico.

Poi nella notte ha continuato a nevicare con ragionevole continuità, e al mattino la coltre di neve era di alcune decine di centimetri anche dentro alla città. Io avevo ospite da me mia cognata che sabato mattina avrebbe dovuto ritornare a casa sua a Genova con un favoloso Frecciabianca delle 8:10 da Termini. Il biglietto era fatto da giorni, per cui, seguendo le indicazioni del sito di Trenitalia, che non elencava la linea costiera tirrenica tra quelle con problemi, abbiamo cercato di raggiungere Termini. Prima delle 7, abbiamo incominciato a cercare un taxi per telefono, ma delle 4 società di cui avevamo il numero, 3 non rispondevano per niente, mentre la quarta, dopo molti tentativi in cui la linea risultava occupata, ci ha informato che non disponevano di vetture libere. Poiché sotto casa vedevamo passare con una frequenza ragionevole le vetture di una linea di autobus che passa da Termini, ci siamo avviati, imbacuccati e con valigia, verso la fermata nella direzione Termini. La neve era alta, per Roma, ma non c’erano problemi a camminare, e l’ambiente era in un certo modo affascinante. La circolazione era praticamente inesistente, con poche persone che camminavano nella neve e qualche sparuta macchina che avanzava lentamente. 


Di autobus nessuna traccia, e il sistema di rilevazione automatica della posizione degli stessi su internet era bloccato, dando sempre e solo un autobus in arrivo, che però non arrivava. Nessun taxi era presente nel vicino parcheggio di Piazza Verdi, normalmente ben rifornito. Poi un solitario passante a cui abbiamo chiesto se avesse visto qualche taxi, ci ha detto che lui veniva a piedi da Termini (circa 30 minuti di buon passo) e che aveva visto solo un paio di taxi in tutto il percorso. Ci ha anche avvertito che Termini era nel caos, con i passeggeri per Fiumicino costretti a prendere la metro per raggiungere la stazione Ostiense, perché i treni diretti da Termini erano soppressi, e per Milano bisognava andare alla stazione Tiburtina. A questo punto abbiamo deciso di tornare a casa e di programmare il ritorno di mia cognata in un altro momento. Controllando l’effettiva percorrenza dei treni attraverso internet ho poi potuto verificare che il treno che avrebbe dovuto prendere mia cognata è stato alla fine cancellato, così come altri due treni successivi sulla stessa linea per Genova. Un treno è stato fatto partire da Civitavecchia (ignoro se i prenotati su quel treno da Termini abbiano avuto modo di raggiungerlo) ed un altro successivo addirittura da Grosseto. Nessun treno proveniente da Genova è arrivato a Roma. Sono stati soppressi o fermati a Civitavecchia.
In effetti per tutta la giornata di Sabato 4 febbraio 2012, nessun treno, nemmeno locale, ha percorso la tratta Roma-Civitavecchia, ma questo problema non è MAI stato evidenziato nelle notizie di Trenitalia. Una delle dorsali più importanti del traffico ferroviario italiano ha avuto un blocco completo e nessuno ne ha saputo niente, tranne chi avrebbe voluto utilizzare il servizio che gli è stato negato senza spiegazioni.
A parte questo inspiegabile comportamento di Trenitalia, che è proseguito anche nei giorni successivi, mentre poco alla volta si ricostruiva il normale funzionamento ma sempre senza riuscire a sapere per quale causa c’era stato questo blocco, anzi, senza mai poter sapere che c’era stato un blocco, nella giornata di sabato, avendo mia cognata rinunciato a cercare di tornare a casa, sono andato in giro per fare un poco di spesa e comperare il giornale. Il supermercato di fronte a casa mia era aperto, ma senza alcun rifornimento di giornata, per cui aveva solo prodotti a lunga conservazione. L’edicola era chiusa, non so se per impossibilità dei gestori a raggiungerla o per mancanza dei giornali. In ogni caso l’atmosfera era surreale, con strade deserte e pochi individui vagolanti sconsolati, a parte i turisti che si godevano la situazione imprevista.

Il sindaco di Roma, Alemanno, ha imposto l’uso di catene o pneumatici da neve per tutto il weekend, fino alle 12 di lunedi 6, esentando da questo obbligo i taxi. Ora, a parte le polemiche che lo stesso Alemanno ha cercato di far nascere con la Protezione Civile per giustificare la paralisi totale della città in questi due giorni, vorrei fare alcune semplici osservazioni.
Un programma di “emergenza neve” che preveda il blocco dei mezzi pubblici, il dover scaricare i passeggeri dove si trovano, per rientrare nei depositi e lasciare uscire i pochi mezzi (il 25% del totale) che potevano essere attrezzati per affrontare l’innevazione, senza immaginare che questo rientro quando l’innevazione era già notevole avrebbe coinvolto tutti i mezzi pubblici nella paralisi del traffico comune, in modo che nemmeno quei mezzi che potevano essere attrezzati hanno potuto esserlo, è un programma demente, stupido, che non può funzionare. E non ha funzionato.
Per cui mezzi pubblici quasi inesistenti. E i taxi? Alemanno è il loro sponsor ufficiale, ha avuto il loro sostegno elettorale e li accontenta praticamente in ogni loro richiesta corporativa. In questa situazione li ha lasciati totalmente liberi di fare quello che volevano. E cosa hanno fatto? Sono rimasti a casa.
Oggi ho parlato con un tassista, che mi ha detto che in quelle condizioni non se la sentiva di uscire, perché poteva giocarsi la macchina, unica sua risorsa. Giustificazione che ho sentito fare anche da esponenti ufficiali della loro corporazione, ma che a me sembra del tutto falsa, perché almeno fino a tutto sabato le condizioni delle strade, con neve fresca ma non ghiacciata non impedivano affatto una circolazione attenta, se si sa guidare. Io credo che se mi fosse stato permesso non avrei avuto particolari problemi. Sicuramente avrei dovuto andare adagio, ma credo di saper guidare con sicurezza su terreno innevato.
Allora, in conclusione di questo lungo post, arrivo a quelle che sono le mie considerazioni su questa paralisi della città di Roma, per qualche decina di centimetri di neve.
Punto uno: il “piano neve” che prevede il rientro di tutti i mezzi pubblici e la susseguente uscita dei mezzi attrezzati per le condizioni climatiche estreme è demente, e si è dimostrato tale. Basterebbe acquistare un adeguato numero di catene per i pneumatici degli autobus e montarle quando le previsioni di precipitazione nevosa, che ormai sono corrette entro qualche ora, lo richiedono. Montare delle catene è comunque estremamente più semplice che sostituire i pneumatici di un autobus, ed è altrettanto efficiente sulla neve. Mi chiedo solo, a questo punto, dove è stato il guadagno di qualcuno, perché non c’è dubbio che qualcuno, per fare questa stronzata, ci deve aver guadagnato.
Poi i taxi. E' difficile capire come mai solo a Roma non si sia imposto ai tassisti di dover avere SEMPRE a disposizione delle catene da neve. Un servizio pubblico presuppone l’obbligo di dover essere fornito anche in condizioni difficili, specialmente se prevedibili e in condizioni gestibili con adeguate attrezzature.
La loro totale scomparsa nella giornata di sabato mi fa però più che altro pensare ad una dimostrazione collettiva del loro potere di ricatto sull’intera città, e su quell’imbecille di sindaco in primis. L’idea che avessero paura di guidare su uno strato innevato abbastanza innocuo, tutti loro, senza quindi guadagnare una lira per un giorno intero, mi lascia decisamente perplesso ed incredulo.
Posso poi testimoniare personalmente che in una zona centrale della città, strategica dal punto di vista della mobilità interna, non vi è stato alcun intervento, né di spazzatura della neve, né di spargimento di sale, tanto che domenica 5 febbraio 2012 tutte le strade intorno a casa mia, comprese quello di traffico intenso, erano una sola lastra di ghiaccio. E allora sono incominciati i veri problemi anche per i pedoni. A questo va aggiunto la caduta di rami e di interi alberi (gli oleandri che fiancheggiano molte delle strade dei quartieri Pinciano e Parioli sono stati completamente abbattuti dal peso della neve) problema che si è incominciato ad affrontare solo lunedi 6 febbraio.
Riassumendo, c’è stata una totale incapacità di prevedere in modo concreto le normali e tutto sommato banali conseguenze di una nevicata di un certo livello, che era stata ampiamente preavvertita. La gestione degli interventi di manutenzione e pulizia è stata non carente, ma di fatto inesistente. La gestione della funzionalità dei mezzi pubblici è stata ridicola e probabilmente soggetta a ricatto corporativo.
E questa dovrebbe essere la capitale d’Italia.

PS sul comportamento di Trenitalia c’è poco da dire: spero ci sia un’inchiesta ufficiale a cui i fornirò sicuramente la mia testimonianza.

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