martedì 1 maggio 2012

The First Law, un Fantasy di successo in tutto il mondo ma non in Italia

La trilogia fantasy The First Law, composta dai romanzi The Blade Itself, Before They are Hanged e Last Argument of Kings è stata pubblicata tra il 2006 e il 2008, e al momento è stata tradotta in tedesco, olandese, spagnolo, francese e russo, ma non in italiano. I nostri baldi editori, ma su di loro dovrò intervenire di nuovo tra poco, preferiscono inondare le librerie con le varie Unika, giocando sul nome dell'autore, ma che sono in ogni caso prodotti editoriali di marketing e di quallità che dire squallida è fargli molto onore. O i Bryan di Boscoquieto, prodotto diretto ad adolescenti pruriginosi, e scritto da uno di quelli, che anche anche quando descrive uno stupro, non ha personalmente ancora idea di cosa sta parlando. Come le Strazzulla o le Elisa Rosso, adolescenti che sono state pompate dalla pubblicità editoriale, ma che da adolescenti normali non sono in grado di presentare storie con un minimo di complessità e con valori ed interessi adeguati ai loro coetanei... non hanno la maturità necessaria per poterlo fare.
Il caso Troisi meriterebbe un lungo discorso che non voglio fare ora, ma in ogni caso si tratta di un'autrice per ragazzi che scrive estremamente male e che non è riuscita ad avere un'evoluzione positiva in circa dieci anni, ma tra le altre "perle" proposte dai nostri sagaci editori spicca come una singola stella luminosa nel cielo scuro.
Le ragioni di tutto questo sono piuttosto complesse, ma gli editori, e tutta la catena che li unisce alle librerie tramite le società di distribuzione, tenendo poi conto del fatto che spesso l'intera catena verticale è di un'unica proprietà, ne hanno la massima responsabilità.
Ma torniamo alla trilogia The First Law. Ho commentato i primi due volumi qui e qui. Sto per incominciare a leggere il terzo.
Non voglio ripetere quello che ho detto nelle due recensioni, ma voglio semplicemente ribadire che si tratta di una storia di ottimo livello, con personaggi caratterizzati nei minimi dettagli, con un controllo completo dei diversi punti di vista e una capacità di descrizione delle scene di azione, specialmente quelle di battaglie campali, di livello veramente superiore. La trama, al momento, non presenta innovazioni sostanziali rispetto alla tradizione fantasy, specialmente con la versione che le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin stanno facendo diventare più classica di quella di Tolkien.
Per chi è in grado di leggere in inglese, garantisco che è veramente un bel leggere, alla faccia dei nostri pseudo-editori.

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